Cristiana Scoppa

Frammenti di consapevolezza

Qual è stato l’impatto del lockdown sulla nostra psiche? Dove si sono radicate l’angoscia per il numero dei morti che giorno dopo giorno si contavano a centinaia? Quale forma hanno preso nel nostro subconscio le emozioni che il nemico invisibile, piccolo, tondo e coronato, suscitava in noi? E l’interruzione delle relazioni fisiche tra umani, il distanziamento sociale, come ha modificato la percezione della nostra posizione nel mondo?
A queste domande Federica Scoppa offre una risposta tutta personale con la serie Worlds – After Covid19, che è anche l’occasione per ciascuno di noi di dare forma e colore al nostro sentire, vedere ciò che abbiamo percepito, ancorarci in un’astrazione cromatica più esplicita di mille parole.
Mentre chiudevamo la porta delle nostre case su una intimità che prima non avevamo forse nemmeno mai percepita o pensata, tanto era scontata, intorno a noi umani la natura ha cominciato a respirare, l’aria si è fatta pulita, le acque limpide, i profumi della primavera che esplodeva hanno invaso le nostre narici. Come un balsamo, la natura ha massaggiato la nostra cupezza interiore, rivelando l’abuso umano sul vivente naturale e restituendoci aria, acqua, piante, animali come parte di noi. Una parte di noi calpestata e dimenticata nella frenesia del vivere luccicante di insegne al neon.
Ed è questa natura balsamica che prende forma nelle pitture su vetro di Worlds – After Covid19.
E ci ricorda di come, durante il lockdown, siamo diventati più consapevoli dei nostri sensi.
La vista coglieva dettagli minuti che prima ci sarebbero sfuggiti: lo srotolarsi di una nuova foglia tenera e verde, il fulgore del cielo al tramonto inquadrato giorno dopo giorno dalla stessa finestra, il riflesso in una pozzanghera.
L’udito ci portava il ronzio crescente degli insetti, il fruscio del vento nelle foglie, il crepitare dei sassolini calpestati da un passante sul sentiero sotto casa, le voci distinte degli uccelli, tutti suoni che il rombo costante delle automobili cancella.
L’odorato ci immergeva nella vita vegetale, profumi di fiori, marcire di foglie e cortecce, sparito il tanfo frequente dei cumuli di immondizia sotto il sole, improvvisamente respiravamo a pieni polmoni laddove spesso tratteniamo il fiato per evitare l’olezzo.
Possono i colori restituire tutto questo? Guardando i piccoli tondi densi di sfumature colorate di Worlds – After Covid19 la risposta è: “Sì”. Forse perché dentro il colore Federica Scoppa si muove come se fosse il suo ambiente naturale.
Con questo “Sì” arriva anche un senso di pace, curioso. Come se fosse stata fatta giustizia rispetto al nostro fingere di non accorgerci che il mondo intorno era stato privato della natura viva, ridotta a sfondo di un agire cementificato, commercializzato, piazzato su quattro ruote e isolato dall’aria condizionata.
Saremo capaci di trattenere e coltivare le scoperte che abbiamo fatto durante il lockdown? Saremo capaci di abbracciare e rispettare la natura per realizzarci come umani più consapevoli, intensi, accoglienti, imparando dalla sua resilienza e dal magico equilibrio che permette un costante rinnovarsi della vita nelle sue mille forme?
Ognuno dei piccoli mondi dipinti da Federica Scoppa durante la pandemia del Covid19 è un frammento di consapevolezza, esortazione e pro memoria insieme: il cambiamento è possibile, dipende da noi.

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